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Traffico transfrontaliero di rifiuti - l’Agenzia delle Dogane e la DNA confermano le tesi del PolieCO

giovedì 20 novembre 2014/Categorie: News

È stata pubblicata sul sito della Camera dei Deputati 

Accedi al resoconto stenografico

la bozza non corretta del resoconto stenografico relativo alle audizioni dello scorso 4 novembre, presso la Commissione Parlamentare d’inchiesta sulle attività connesse al ciclo dei rifiuti, in materia di illeciti amministrativi e ambientali collegati al tema dei rifiuti e di traffico transfrontaliero dei rifiuti e sui rifiuti radioattivi.

Per quanto qui di rilievo, ad essere auditi sono stati Franco Roberti, Procuratore Nazionale Antimafia e Roberto Pennisi, sostituto procuratore nazionale antimafia, a cui poi aggiungere Giuseppe Peleggi, Direttore dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e Rocco Antonio Burdo, Direttore dell’Ufficio Intelligence della Direzione centrale Antifrode e Controlli.

Oltre a vedersi confermata la presunta appropriazione di contributi da parte di alcuni consorzi che non svolgono attività che dovrebbero svolgere, si rimarcano quelle stesse dinamiche già ampiamente anticipate durante l’ultimo Forum Internazionale PolieCo sull’Economia dei Rifiuti (Ischia, 19 e 20 settembre 2014), in primis che: “I consorzi… debbono svolgere la funzione di soggetto che deve tendere al riciclo o al recupero e soprattutto che deve controllare tutto il percorso. Il consorzio non potrà svolgere questa attività se contemporaneamente diventa commerciante di rifiuti, perché, a questo punto, il controllore è controllato e il controllato è controllore. Subentrerà così la cura dell'interesse commerciale rispetto alla cura dell'interesse della collettività, che è quello del riciclo o del recupero”; venendo poi ribadito che: “è solo uno in Italia il consorzio che, non gestendo direttamente i rifiuti, non diventando materiale possessore del rifiuto, è in condizioni di fare ciò che prevede la legge in materia di attività dei consorzi obbligatori”… ed infine ed ancora che: “La direzione nazionale antimafia conosce solo la PolieCo, per un motivo semplicissimo: perché è l'unico dei consorzi obbligatori che sia presente nei più grossi procedimenti penali per traffico transfrontaliero di rifiuti. È costituito parte civile a Venezia come a Bari, come a Napoli, come ovunque si sia instaurato un procedimento penale, spesso per segnalazione della PolieCo. Oppure la PolieCo ne è venuta a conoscenza, ritenendosi persona offesa dalla consumazione del delitto e ha chiesto di essere ammessa alla costituzione di parte civile. I tribunali l'ammettono a costituirsi parte civile”.

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