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Rifiuti in discarica e all'estero

Rifiuti in discarica e all'estero

mercoledì 27 ottobre 2021/Categorie: Il Direttore - C.Salvestrini

I cittadini pagano tariffe altissime per la raccolta differenziata ma i rifiuti urbani finiscono ancora per un terzo in discarica, senza contare quelli che fanno il giro del mondo finendo in siti non a norma, con i conseguenti danni all’economia e all’ambiente. Il dato emerso dall’analisi di Fise Assoambiente, l’associazione delle imprese dello smaltimento e riciclo dei rifiuti, diffuso oggi nel corso della fiera Ecomondo di Rimini, ci invita inevitabilmente a una riflessione. Da anni, come Polieco, cerchiamo di accendere i riflettori su un sistema di raccolta dei rifiuti urbani che presenta evidenti punti di criticità, a cominciare dal fatto che è incentrato molto di più sulla quantità che non sulla qualità, per arrivare alla carenza di impianti di riciclo. La preoccupazione è che il sistema dei corrispettivi abbia finito, purtroppo, per trasformare gli imprenditori del settore in meri commercianti dei rifiuti, senza che si sia favorita una logica di sviluppo industriale e il risultato è che oggi abbiamo tantissime piattaforme dove i rifiuti transitano, ma non disponiamo di impianti di riciclo. Il problema non è nelle percentuali di differenziata, anzi, abbiamo assistito negli ultimi anni al paradosso di un aumento della differenziata che va, in alcuni contesti, di pari passo con la riduzione del tasso di riciclo e se oggi, per assurdo, la raccolta arrivasse al 100%, il nostro Paese non avrebbe impianti per trasformare i rifiuti in materia prima. Continuiamo a parlare di comuni ricicloni ma la verità è che purtroppo il termine giusto dovrebbe essere ‘raccoglioni’, tenendo presente che di ciò che viene raccolto solo una minima parte viene davvero rigenerata. Al di là di ogni tipo di analisi, resta un dato di fatto: non è giusto che i cittadini paghino per un servizio che nei fatti prevede ancora un così ampio ricorso alla discarica o l’invio a Paesi terzi dei nostri rifiuti.  Bisogna incidere sulla riorganizzazione del sistema anche a partire da un nuovo riassetto dei consorzi, investendo ogni energia – semmai anche cogliendo l’occasione del Pnrr - per ridurre la movimentazione dei rifiuti e togliere terreno fertile ai traffici illeciti, che proprio nelle falle trovano condizioni favorevoli.

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