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POLIECO in prima linea nel contrasto e nella prevenzione degli illeciti

martedì 21 gennaio 2014/Categorie: News

Gli stimoli e le risultanze del V Forum Internazionale PolieCo sull’Economia dei Rifiuti (Ischia 20 e 21 settembre 2013), continuano ad essere attuali anche a distanza di mesi, segno che il lavoro promosso dal Comitato organizzativo del PolieCo ha fatto centro, pizzicando quelle corde giustamente ancora in vibrazione.
Lo start per questa riflessione ci arriva da due articoletti apparsi nelle ultime settimane rispettivamente su: Milano Post – Quotidiano Online di Informazione e Cultura e Il Finanziere.
Nel primo, il giorno 15 gennaio è apparsa una valutazione su “Traffico illegale di rifiuti: un fenomeno sempre più allarmante”; nel secondo, l’edizione di dicembre, all’interno di una più ampia riflessione sul Natale solidale, conteneva un piccolo approfondimento sui pericoli derivanti da giocattoli contaminati da sostanze tossiche prodotti con materiali rigenerati di scarsa qualità.
Cerchiamo di capire meglio.
Nel primo articolo, a firma di Roberto Motta Sosa, si sottolinea come il business del traffico internazionale illecito di rifiuti sia notevolmente salito negli interessi della criminalità organizzata mondiale, tanto più, in quella del Bel Paese. “Secondo un recente rapporto dell’UNICRI (United Nations Interregional Crime and Justice Research Institute) – cita, infatti l’articolo - su 88 casi studiati ben 75 riguardano l’Italia come Paese di origine, transito o destinazione di rifiuti smaltiti in maniera non conforme alle norme di legge… che per quanto riguarda i rifiuti “tossici” distingue varie classi di pericolo per l’ambiente e la salute”.
Nel proseguire il ragionamento, l’Autore riferisce una dichiarazione di Vittoria Luda di Cortemiglia, responsabile italiana UNICRI (e già più volte ospite dei nostri Convegni) che ha affermato: “Questo fenomeno mina le basi dello Stato di diritto e produce effetti durevoli mettendo a rischio la salute dei cittadini e dell’ambiente”.
Scorrendo ancora il testo dell’articolo si legge che: “Su 20 Regioni del nostro Paese infatti, 19 risultano interessate dal traffico illegale di rifiuti così che nessuna area della Penisola può dirsi immune da questa piaga: “non vi è alcuna differenza tra Nord e Sud -precisa infatti la responsabile italiana UNICRI, che aggiunge- per esempio, una delle indagini più importanti, toccava Piemonte e Veneto come regioni di origine del traffico, mentre Campania e Calabria come Regioni di smaltimento”.
In seguito l’Autore, nel citare il Rapporto Eurispes 2013 (per completezza: “ Da rifiuti a risorse, il futuro della gestione delle plastiche”), stilato in collaborazione con PolieCo proprio in occasione del Forum ischitano, dice che: “si stima che il giro d’affari dello smaltimento illegale di rifiuti nel nostro Paese si aggiri sui 7 miliardi di Euro producendo anche minori entrate fiscali per le casse dello Stato per un valore di 1,7 mld. Molto spesso i rifiuti viaggiano via mare sulle cosiddette “navi dei veleni” e transitano soprattutto per i porti italiani di Gioia Tauro, Napoli o Venezia. In alcuni casi queste navi vengono affondate con il loro carico in mare aperto, in altri sotterrati con il rischio di inquinare le falde acquifere. L’aspetto più pericoloso, sia per l’ambiente che per la salute, è rappresentato dai materiali tossici come le scorie radioattive il cui smaltimento è soggetto a precise leggi internazionali e nazionali. Nonostante la diffusione del fenomeno le Forze dell’ordine italiane sono costantemente impegnate nel contrasto a questo reato, anche in collaborazione con le polizie di altri Stati”.
 
E veniamo al secondo articolo: “Attenti ai giocattoli” a cura di Eurispes. Nel testo, si fa preciso riferimento allo stesso Studio presentato in occasione del Forum PolieCo di Ischia e si ricorda ai Lettori come dalle indagini e dai sequestri condotti dalle Fiamme Gialle su tutto il territorio nazionale siano risultate ingenti le quantità di beni destinati al mercato italiano – ivi compresi giocattoli e prodotti per l’infanzia – contenenti: “sostanze chimiche pericolose, che possono provocare gravi forme di avvelenamento, fino a causare malformazioni mentali e fisiche nei bambini… Valori di nichel, cromo, piombo, formaldeide, ftalato e mercurio superiori ai limiti di legge sono stati trovati nei giochi prodotti illegalmente che utilizzano plastiche riciclate in maniera approssimativa da impianti che non garantiscono alcun controllo sulla qualità delle materie lavorate”.
 
Ora, i Lettori del PolieCo Magazine, ricorderanno che queste tematiche, solo da poco tempo hanno conquistato l’attenzione dei media più generalisti, mercé l’aumentare di dibatti pubblici, indagini e rivelazioni che lasciano sconcertati gli stessi cittadini, soprattutto quando si palesano gli effetti sull’ambiente, il territorio e la salute. Eppure, il PolieCo, proprio perché istituzionalmente ha l’obbligo di monitorare i flussi di rifiuti dei beni in polietilene (il polimero plastico più diffuso e facilmente riciclabile), da sempre è in prima linea nel denunciare le storture di un sistema che mette in una diabolica rete: ecomafie, agromafie, criminalità organizzata, sistemi industriali poco chiari, concorrenza sleale, contraffazione e mercati dei prodotti drogati da prezzi impossibili da giustificare se non attraverso pratiche al di fuori di ogni regola.
A riprova di ciò vale la pena di ricordare qui una piccola Rassegna stampa che testimonia – se non altro – tutto un settenato speso per combattere queste dinamiche fuorvianti:
 

  • Il fenomeno dell’esportazione di rifiuti” – PolieCo Magazine n. 3; dicembre 2008;
  • L’audizione del PolieCo alla Commissione Bicamerale d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti” – PolieCo Magazine n. 8; dicembre 2009;
  • Un nuovo contrasto all’illegalitàPolieCo e Agenzia delle Dogane firmano un Protocollo d’intesa” – PolieCo Magazine n. 11; luglio 2010;
  • Il traffico illecito di rifiuti, un’emergenza globale”, PolieCo Magazine n. 16; dicembre 2011
  • Traffico illegale di rifiuti e rigenerato: PolieCo arriva prima, ma nessuno è profeta in patria” - PolieCo Magazine n. 17; marzo 2012;
  • Plastica e riciclo dei materiali: un’altra via è possibile” – PolieCo Magazine n. 20; dicembre 2012;
  • Il commercio illegale di rifiuti nell’UE è in aumento” – PolieCo Magazine n. 20; dicembre 2012;
  • Reati ambientali e crisi economica: un mix disastroso per la green economy” – PolieCo Magazine n. 20; dicembre 2012;

 
E a questi articoli si aggiungono le tante interviste ed interventi pubblici rilasciati dal Presidente, Enrico Bobbio e dal Direttore Claudia Salvestrini, in occasione di servizi televisivi, inchieste e partecipazioni ad eventi pubblici.
 
Fra le soluzioni indicate nella strategia del PolieCo, il Direttore Salvestrini ha recentemente ricordato: “La necessità di rivedere l’impianto sanzionatorio in termini penali e di addivenire a sistemi in grado di garantire realmente la tracciabilità dei prodotti e del rigenerato”.
In questo non siamo soli – continua la Direttrice – proprio grazie al lavoro di rete promosso dal PolieCo in termini di verifiche, appoggio e supporto alle indagini degli Organi di controllo, riteniamo di aver orgogliosamente contribuito alla diffusione della percezione di un problema che non può essere solo ambientale o industriale. Ora serve un salto di qualità da parte del Legislatore affinché si superino parzialità e  localismi nella governance nazionale dei rifiuti e si abbia il coraggio di aprire le porte a quei principi etici e morali dal quale far discendere gli indirizzi pratici, mi riferisco, ovviamente, a qui principi di equivalenza, prossimità, adeguatezza, che l’Europa ci chiede, così come la questione stessa della tracciabilità effettiva, la sola in grado di garantire l’abbattimento dei traffici illeciti ed il mercato dei prodotti pericolosi per la salute umana”.
 
E allora è con una punta di orgoglio che abbiamo letto gli interessanti contributi succitati che ci fanno oggetto di citazione.
Noi queste cose le diciamo da sempre e non per il gusto di allarmare, ma per la passione che mettiamo nella salvaguardia del riciclo corretto e dell’ambiente.
 
 

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