I chiarimenti del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica in merito alla classificazione dei rifiuti originati dal trattamento intermedio dei rifiuti solidi urbani (RSU) ed avviati a recupero energetico
In riposta all’interpello presentato dalla Regione Lazio, la Direzione generale Economia Circolare e Bonifiche del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, con pronuncia prot. 0214093 del 22/11/2024, ha precisato che solamente se vengono rispettate le caratteristiche di classificazione e di specificazione previste dalla normativa, il rifiuto decadente dalle attività intermedie di trattamento dei rifiuti urbani non differenziati (codice EER 20 03 01) e destinato a inceneritori per il recupero energetico può essere classificato come CSS rifiuto speciale con attribuzione del codice EER 19 12 10, non potendosi in astratto classificarlo come rifiuto speciale solo perché ritenuto “sostanzialmente diverso dal RSU in ingresso agli impianti di trattamento intermedio”.
Premesso che la classificazione e attribuzione del codice EER è un onere che spetta al produttore dei rifiuti, dal MASE osservano che possono essere definiti CSS rifiuto speciale codice EER 19 12 10 solo i rifiuti che subiscono un trattamento meccanico il cui risultato è conforme a quanto stabilito dalla norma UNI EN ISO 21640:2021 e le cui operazioni di classificazione sono svolte all’interno di un sistema di gestione della qualità in conformità a quanto prescritto alla norma UNI EN 15358 “Combustibili solidi secondari - Sistemi di gestione per la qualità - Requisiti particolari per la loro applicazione alla produzione di combustibili solidi secondari”.
La norma UNI EN ISO 21640:2021 stabilisce un sistema di classificazione per i Combustibili Solidi Secondari (CSS) e uno schema per la definizione delle loro proprietà. In particolare, sono individuate cinque classi tenendo conto di tre parametri strategici: potere calorifico inferiore a volume costante (PCI); contenuto di cloro; contenuto di mercurio.
Oltre al rispetto dei limiti fissati nell’ambito della norma tecnica UNI, il produttore del CSS è tenuto ad indicare i valori di ulteriori parametri (in genere la concentrazione di metalli pesanti) stabiliti sulla base di accordi commerciali con l’acquirente, al fine di effettuare la cosiddetta “specificazione”.