Ridurre gli impatti dei rifiuti di plastica da tessuti a base di fibre sintetiche. Il consorzio nazionale PolieCo aderirà al progetto di ricerca che la Tongji University di Shanghai, in collaborazione con la Queen's University di Belfast (Regno Unito) e la Donghua University (cinese), sta mettendo a punto per analizzare e prevenire i danni ambientali arrecati dal settore tessile.
L’inquinamento dei mari e degli oceani, interessati in misura notevole anche dalla presenza di microparticelle provenienti dal lavaggio degli indumenti, ha ormai raggiunto livelli altissimi di gravità.
Lo scopo della ricerca è analizzare campioni di materie prime delle industrie tessili del Sud est asiatico e dell’Africa, attraverso il coinvolgimento di figure poliedriche provenienti dal mondo delle scienze ambientali e dei materiali, della gestione economica, del diritto, dell’antropologia.
PolieCo si è impegnato nel supportare il team di ricerca congiunto garantendo, in Italia, la programmazione di seminari accademici durante le varie fasi di progetto, nonché consulenza tecnica e orientamento.
Il consorzio, che dovrà fungere da facilitatore per mettere insieme esperienze sul tema della ricerca cinese, ha già collaborato in passato con la Tongji University, in particolare dal 2013 nel campo dell’economia verde dell’industria della plastica.
“Il mondo accademico cinese ha sempre mostrato una grande sensibilità nelle tematiche ambientali – sottolinea il direttore del PolieCo Claudia Salvestrini - e questo, nonostante la barriera del pregiudizio che negli anni si è sollevata. Uno sviluppo sostenibile, oggi, soprattutto alla luce della pandemia Covid 19, richiede un impegno collettivo fondato sulle relazioni e su una ricerca scientifica che si fondi sulla condivisione. L’auspicio è che il Coronavirus richiami finalmente a scelte più rispettose dell’ambiente e della salute”.